sabato 5 aprile 2008

Bette Davis, 100 anni fa nasceva una "stella"

"She got Greta Garbo stand off sigh, she's got Bette Davis eyes". Sospira come Greta Garbo, ha gli occhi di Bette Davis, così cantava Kim Carnes all'alba degli anni '80. Il ritornello sullo sguardo della leggendaria attrice americana non bastò a rendere immortale il nome della cantante. Fu, però, sufficiente a proiettare ai vertici delle classifiche di tutto il mondo una canzone dalla melodia accattivante, arrangiata con cura. Forse un po' della magia della vecchia star, alla quale stava rendendo omaggio, si era posata anche su di lei. Dopo tutto, l'ultrasettantenne Bette volle incontrare questa sconosciuta artista. Secondo quanto si racconta, infatti, la sua nipotina non aveva mai immaginato di avere una nonna tanto importante e famosa, fino a quando non ascoltò il brano…
La protagonista della canzone di Kim, che sa sospirare come la Garbo e che ha il viso incorniciato da una chioma simile a quella della "bionda di platino" Jean Harlow, della Davis ha, invece, lo sguardo.
Di meglio non poteva prendere. Quegli occhi sporgenti dalla luce ambigua, capaci di sedurre e confondere, sono la prima cosa che balza alla mente, ripensando all'attrice. Per il resto, d'altra parte, non si può dire che fosse una bomba sexy. Una donna minuta, con i lineamenti del viso irregolari, insomma non bella o, per lo meno, non nel senso convenzionale del termine. Al punto che proprio lei, destinata poi a divenire famosa per le battute sprezzanti rivolte agli altri, è oggetto, all'inizio della carriera, di un celebre commento tagliente di David Warner. Come viatico, al momento di scritturarla, il produttore infatti le confida: " Hai il fascino di Stanlio e Ollio messi insieme, ma ti prendo per il tuo talento". E' il 1932 e la giovane attrice ha appena firmato un contratto di sette anni con la Warner Bros.
Per loro realizzerà alcune delle sue più grandi interpretazioni. Segno che David, in fondo, ha visto giusto, almeno sul talento. Quello che, forse, non ha ancora notato è il terribile carattere del suo ultimo acquisto.
Ambigua, pungente, intrattabile, così diversa dalle altre dive, a Hollywood è un corpo estraneo. In un epoca di bambole dolci, remissive e piene di curve, una donna dalla personalità fortissima e indomabile come lei è quasi un'aliena. Ma sa recitare come poche altre e questo la mette subito sulla strada che la porterà a girare oltre cento film e a vincere due premi oscar.
Ruth Elizabeth Davis, al secolo Bette, deve il suo soprannome alla protagonista di La cugina Betta di Honorè de Balzac, che, come qualcuno farà poi notare, mostra alcuni segni caratteriali comuni a quelli dell'attrice. E' la madre, dopo aver letto il libro, ad incominciare a chiamarla con quel nome che le resterà addosso per tutta la vita. Nata il 5 aprile del 1908 a Lowell, Bette Davis scopre la passione per la recitazione dopo aver studiato per qualche anno danza. Respinta dall' Eva LeGallienne's Manhattan Civic Repertory, sempre per via del suo temperamento, si iscrive alla John Murray Anderson's Dramatic School, dove ha Katharine Hepburne per compagna di studi.
Il primo film con la Warner è The Man Who Played God di John Adolfi. Il successo, però, arriva l'anno seguente con Schiavo d'amore, la pellicola che le offre, per la prima volta, il ruolo di donna perfida e glaciale con il quale sedurrà pubblico e critica di tutto il pianeta. L'Oscar, che le viene negato in questa occasione, non tarda comunque ad arrivare. Nel ‘36 vince il premio con Paura d'amare e, tre anni dopo, bissa l'impresa con Figlia del vento. Quest'ultima pellicola la vede protagonista dopo che il ruolo di Rossella O'Hara, in Via col Vento, era stato affidato a Vivien Leight, invece che a lei.
Lasciata la Warner, Bette non interrompe la straordinaria serie di grandi interpretazioni e, nel 1950, realizza quello che alcuni considerano il suo capolavoro: Eva contro Eva. E' un'altra straordinaria prova di talento. L'attrice quarantacinquenne veste, ora, i panni di una star sul viale del tramonto, alle prese con una giovane collega pronta a rubarle la scena. Il film, che le procura una nuova nomination per l'Oscar e una Palma d'oro a Cannes, corona un decennio costellato di successi. E' un apice, però, che segna anche l'inizio del declino. E. per tutti gli anni cinquanta, Bette parteciperà a pellicole di basso livello, arrivando a rifugiarsi sempre più nel teatro.
Nel 1962, è costretta a constatare, con amara ironia, di essere stata quasi estromessa dal mondo del cinema. Lo fa alla sua maniera, pubblicando una sarcastica inserzione su di una rivista specializzata. "Madre di tre bambini di 10, 11 e 15 anni-scrive- divorziata, americana, trent'anni di esperienza come attrice cinematografica, versatile e più affabile di quanto si dica, cerca impiego stabile a Hollywood. Bette Davis, c/o Martin Baum, Gac. Referenze a richiesta".
La sua carriera sembra ormai giunta al capolinea, invece, anche se lei ancora non lo sa, la rinascita artistica è dietro l'angolo. Nello stesso anno, infatti, viene chiamata ad interpretare Che fine ha fatto Baby Jane?,capolavoro del grand-guignol cinematografico a metà strada tra dramma e horror. Ironia della sorte, Bette si trova a recitare a fianco dell'odiata Joan Crawford che aveva, a suo tempo, liquidato con una terribile battutaccia. "A parte il cane Lassie- aveva sentenziato- è stata a letto con tutti i maschi della Mgm".
Nel ruolo dell'ex-bambina prodigio instabile , sull'orlo della follia, che vessa la sorella paralitica, la Davis mette in mostra ancora una volta la sua bravura, ritrovando applausi e consensi in tutto il mondo.
Negli anni a venire si dividerà tra cinema e televisione. Gira un altro film vicino al filone horror (Piano… piano, dolce Carlotta), e partecipa perfino ad una produzione italiana: Lo scopone scientifico. Nel cast figura anche Alberto Sordi, che lei , tanto per non smentire la fama di donna difficile e bisbetica, non esita a definire "antipatico, maleducato e provinciale".
Negli anni della vecchiaia deve fare i conti con una salute fragile. Operata di tumore al seno nell'83, viene poi colpita da un ictus e da un infarto. Tutto questo non le impedirà di recitare fino alla fine, partecipando ancora, nel 1988, al film Strega per un giorno. Neanche un anno dopo muore a Parigi. E' il 6 ottobre 1989.
All'anziana attrice, però, il destino, prima di far calare il sipario, aveva concesso un ultimo applauso. Il tempo di ritirare un premio alla carriera che, pochi giorni prima, le era stato assegnato dalla giuria del Festival di San Sebastiano.di Marco Barbonaglia da
Ilsole24ore
Bella Bette Davis non era certamente e, in più il suo modo di porsi sempre ribelle, autoritario, arrogante in un certo senso , mai compiacente, nè servizievole, certamente non le procurava simpatie, oltretutto, quando voleva era davvero maledettamente brava.Non tutti i suoi film mi sono piaciuti, in qualcuno interpretava parti mielose, lacrimevoli, avrebbe dovuto rappresentare la moglie magari un filino capricciosa, ma perfetta , insomma tutti caratteri che non erano nelle sue corde.Per esempio nella Figlia del vento non mi è piaciuta affatto: bamboleggiava troppo nella parte di una donna ammiratissima e corteggiatissima.Per me era fuori ruolo perchè certamente non aveva nè la grazia, nè l'impertinenza, nè la luminosa bellezza di uno splendido incarnato su cui spiccavano i magnetici, famosissimi, occhi verdi di Vivien Leight.Devo dire che i produttori di Hollywood avevano buon naso. Bette sarebbe stata ridicola nell'interpretazione di una femme fatale, arrampicatrice sociale ma con un fascino fresco e frizzante, una ragazza provinciale in carriera terribilmente intrigante , maliarda e bugiarda, che , però,è troppo deliziosa per non essere ammirata.
Era troppo intelligente Bette, conscia del suo talento, troppo indipendente per poter riuscire in certe parti che i registi riservavano alle eroine femminili dei loro film.Non oso immaginare il rapporto che avrebbe avuto con i registi di oggi e soprattutto con i produttori di oggi che preferiscono fare soldi a palate con bambole siliconate dall'intelligenza e talento impalpabili, piuttosto che puntare su attrici decisamente bruttine, ma di temperamento, bravissime nella difficile arte della recitazione .E del resto oggi "recita" una Bellucci per cui credo che Bette avrebbe veramente fatto fatica ad emergere, anche se sono certa che sarebbe comunque riuscita ad imporsi, tropo brave e grintosa per non riuscire.Qui c'è la sua biografia, e Qui c'è la sua filmografia: ne ha girati tanti di film,non tutti riusciti , ma tutti in un certo senso illuminati dalla sua presenza, dai suoi grandi e vellutati occhi che scavavano dentro ,anche quando era clamorosamente fuori parte.Il film in cui mi è piaciuta di più è stato il grandioso Eva contro Eva in cui era perfetta per la parte e giganteggiava su tutti gli altri coprotagonisti con una bravura inarrivabile, era Bette Davis del resto che , iniziando il viale del tramonto intepretava Bette Davis, non improbabili bambole durante la guerra di secessione o donne capricciose che cambiano con l'amore e muoiono per un tumore cerebrale.E mi è piaciuta molto anche in Angeli con la pistola, bellissima pellicola di quel grande affabulatore che era Frank Capra, il mio regista americano preferito per come sapeva mascherare da favole il malcostume, la grettezza,la corruzione, il razzismo dell'America provinciale dei suoi tempi che in parte è la stessa di ora.Bette intepretava con classe ed eleganza il ruolo di una vecchia mendicante con una figlia che non sapeva che la madre fosse una povera barbona.
A ripensarci: che cinema quello dei tempi di Bette Davis, raccontava storie, commuoveva, faceva ridere, faceva pensare, aveva attori fantastici...cosa è rimasto ora di quel cinema nei nostri tempi in cui dominano gli effetti speciali, le bombe del sesso che non sanno recitare una battuta e i fantoccini palestrati?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande Egeria...Bell'oasi di relax la tua, io invece sono in campagna elettorale e per un poco non tratto altro..ma solo per un poco ancora;)
RiflessidiTana

Egeria ha detto...

grazie mille Tana: vedo che picchi duro, ma fai bene;)