VIENNA - Settantacinque candeline, per Claudio Abbado: un gigante della Musica che come pochi ha saputo dare voce alle inquietudini di un secolo, sorprendendo per il coraggio delle sue scelte innovative e la sensibilità con cui ha saputo centrare il nervo che collega l'Arte con la Società. Il 26 giugno, il Maestro, nato a Milano nel '33 ma con sangue anche siciliano nelle vene, festeggera' 75 anni. Una vita sul podio, un reperorio sterminato, che esegue per lo più a memoria senza spartito, con molte 'incursioni' nel moderno, tutti i classici, sinfonici e operistici, e molte orchestre e festival fondati.
Londra, La Scala, La Staatsoper a Vienna, Berlino: un curriculum come pochi altri. Il mondo della musica, Abbado lo anche abituato a brusche cesure e annunci a sorpresa, volontari e non, piombati con la furia del fulmine sui suoi ammiratori - schiere in tutto il mondo- raccolti in parte del Cai (club degli abbadiani itineranti). Come quando il 13 febbraio '98 annuncio', dalle pagine di un improbabile tabloid di Berlino (Bz) che allo scadere del contratto nel 2002 avrebbe lasciato la direzione dei Berliner Philharmoniker, dove era stato chiamato alla morte di Herbert von Karajan nel 1989. O quell'altra, involontaria, quando nell'estate del 2000, fu annunciato che cancellava tutti i suoi impegni perché era stato operato di cancro allo stomaco. Adesso grazie a Dio il Maestro sta bene, si è completamente ripreso dall'operazione e come unica conseguenza deve solo mangiare poco e spesso, e anche a evitare il freddo e vivere in posti caldi. Cosa che fa alternando i suoi soggiorni fra Bologna, la Sardegna e l'America Latina e Cuba.
A curarlo dalla sua grave malattia, come disse lui stesso in interviste rilasciate quando si era completamente ripreso, è stata la musica: "é stata la migliore medicina". Il male servì anche a rafforzare il legame con i Berliner che a quel tempo non era sempre facile. Quando Abbado lasciò Berlino nel 2002, non solo fu ricoperto di omaggi e onori ma fu sommerso dall'affetto della 'sua orchestra e dei berlinesi: l'ultimo concerto il 26 aprile dell'addio alla Philharmonie a Berlino fu un tribudio di applausi, pioggia di fiori e standing ovations per il Maestro italiano che se ne andava. "Per me la musica non é mai stata carriera, ma amore", qui a Berlino ho imparato la generosità "e ora che me ne vado sono ricco", disse alla cerimonia del conferimento della Gran Croce al merito della Bundesrepublik da parte del Presidente Johannes Rau.
Abbado si concede il lusso di studiare, di scegliersi i concerti che vuole: Italia, Vienna e uno, ogni anno, a Berlino, dove l'ultimo che ha diretto è stato da poco (24 maggio) dopo il terriible incendio che ha colpito la Philharmonie. Il Maestro si trovava peraltro dentro con i Berliner ma per fortuna non è successo nulla né ai musicisti né agli strumenti, e il concerto è stato trasferito all'aperto nella straordinaria cornice della Waldbuehne: un trionfo di musica e di emozioni. Difficile estrapolare i meriti di questo musicista, infiniti: ma al primo posto Thomas Angyan, direttore da circa 20 anni del Musikverein, il tempio della musica a Vienna, residenza dei Wiener Philharmoniker e quinta ogni anno del famoso concerto di Capodanno, mette sicuramente il suo impegno per le giovani leve e la musica contemporanea. "Ha fatto un'opera da pioniere, senza di lui non sarebbe scontato, come è oggi, mettere nei programmi musica della seconda metà del XX secolo, Nono, Rhim, Ligeti, Kurtag", dice conversando con l'ANSA.
La loro è un' amicizia, temprata da 25 anni di assidua frequentazione. Si conobbero nell'83 a Londra e da allora infiniti i progetti assieme. Con tutte le orchestre e iniziative da lui chiamate in vita: l'Orchestra giovanile europea ('78), la Chamber Orchestra of Europe ('81), la Gustav Mahler Jugendorchester ('87), il Festival Jeunesse, Wien Modern e naturalmente anche i concerti con i Wiener prima (li ha diretti peraltro in due Concerti di Capodanno) e i Berliner poi. A settembre Abbado tornerà a Vienna con l'Orchestra di Lucerna (Festival da lui organizzato dal 2003). "Nessuno ha fatto tanto come Abbado per i giovani e la musica moderna", dice Angyan citando qualche perla delle sue celebri interpretazioni: Beethoven, Brahms, Bruckner, Wagner, e Mahler naturalmente le cui esecuzioni sono a suo giudizio delle "poetre miliari". E l'opera non è da meno, aggiunge: Wagner, Mozart, Verdi, Rossini. Nessuno a Vienna ha fatto e rinnovato tanto come lui, e anche a Berlino ha saputo gestire il difficile passaggio del dopo Karajan e ringiovanito molto l'orchestra. "Un passo importantissimo per l'orchestra che ha lansciato in uno stato fenomenale". di Flaminia Bussotti da ansa.it
Adoro Abbado per la sua classe, la sua semplicità, il suo rigore, la sua ineguagliabile abilità nel dirigere al meglio un insieme di solisti che suonano all'unisono come vuole lui che mai stravolge uno spartito musicale a suo uso e consumo come una starlette qualsieasi, ma anzi lo interpreta al meglio, coltivandolo come un fiore esotico, mai banalizzandolo, mai stravolgendolo, mai banalizzandolo.E' il mio direttore d'orchestra preferito, lo considero un vero artista nel suo campo,inarrivabile, ben diverso dello strombazzato Riccardo Muti che , per me non riesce mai a mettere anima nelle opere che dirige, trasformando in deserto piatto tutto ciò che tocca, a differenza di Abbado che da anima, vita, vigore, plasticità e perchè no, modernità ai vari capolavori che dirige.Di lui vorrei ricordare anche l'infaticabile attività a favore dei diseredati, in particolare dei bambini.L'ho visto in un filmato pochi giorni fa,in cui veviva registrata una sua tournè in Venezuela.Qui ha avuto modo di conoscere el coro de Manos Blancas, un coro firnato da ragazzini poco fortunati, portatori di vari Handicap.In particolare è stato davvero commovente vedere come dei bambini sordomuti che vivono in realtà molto degradate, riescono ad interpretare la musica con il movimento di mani coperte da guanti bianchi, come bianche colombe che si lanciano in voli arditi verso la libertà e la gioia che solo la musica, certa musica che prende il cuore e stordisce i sensi e culla la mente, può dare.Il maestro Abbado era felice di parlare di questi ragazzi , rubati audacemente e con metodi alla strada, cui la musica ha dato una ragione di vita e di gioia, sembrava un ragazzino felice mentre ne parlava e , in un certo senso mi ha commosso anche lui.Ecco Abbado è un grande artista ed un grande uomo.Buon Compleanno MAESTRO , sulle note di una sinfonia che amo molto e che, credo, le si addica molto.Grazie per tutto
Ah...eccoli i ragazzi che "cantano " con le mani...
domenica 22 giugno 2008
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4 commenti:
Anch'io amo molto Abbado:un grandissimo!Ciao Egeria
Eloisa
mi piace Abbado ma Riccardo Muti è tutta un'altra cosa
quello che sa esprimere Muti è unico ed irripetibile
Abbado è molto bravo, ma Riccartdo Muti non ha confronti
la sua direzione è unica ed irripetibile
beh caro anonimo, non sono d'accordo ma l'importante è che amiamo e tanto la MUSICA
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