Guardare le foto di John Phillips è come sfogliare un libro di storia. Forse meglio. Perché alcune immagini di questo grande fotoreporter giramondo (nato ad Algeri da madre americana e padre inglese) sono entrate nella coscienza collettiva più di tante parole. Uno tra tutti, il celebre scatto che immortala a Teheran, nel 1943, Churchill, Roosevelt e Stalin, uno scatto "rubato" spacciandosi per funzionario inglese.
Ma Phillips fotografò anche Re Farouk e Re Saud, Tito e i suoi partigiani, Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti. Documentò i conflitti e le scene di pace, il mondo dello spettacolo e quello della strada. Nell'Italia di cui si innamorò, Phillips immortalò i volti di Fellini, Visconti, De Sica, Antonioni, e poi Sophia Loren, De Filippo, Giò Ponti…non manca nessuno, nella sua galleria di ritratti in bianco e nero. Neppure le persone comuni, i bimbi «poveri ma belli» dell'Italia in guerra, i partigiani, i minatori gallesi.
Del resto, cosa potevamo aspettarci da un uomo che girò il mondo al seguito del padre, da Algeri a Parigi, a Nizza, fino a Londra, frequentando amici di famiglia che portavano nomi come André Breton, Man Ray, Kiki di Montparnasse, Isadora Duncan, Gertrude Stein?
Che iniziò a fotografare giovanissimo, esordendo ufficialmente nel 1936, per il «Time», con un servizio da Ascott? E che nel proprio curriculum, come primo servizio all'estero, vanta niente meno che l'Anschluss dell'Austria, da una Vienna occupata dove nel 1938 si recò per conto di «Life» (rivista per la quale lavorò nei vent'anni successivi)?
Un uomo eccezionale, certo. E altrettanto lo sono le sue fotografie – bellissime oltre che di grande valore storico e documentario. La Fondazione Fratelli Allinari, in collaborazione con la John e Annamaria Phillips Foundation e il Comune di Cagliari raccoglie ora molte di queste foto per il pubblico italiano, in una mostra dal titolo «Guerra e Pace. John Phillips testimone del Novecento», allestita al Museo Alinari della fotografia, a Firenze, dall'11 settembre al 26 ottobre. Sono 150 le immagini in mostra, di cui gran parte vintage, una selezione curata da Charles-Henri Favrod che ripercorre l'opera del grande fotoreporter e in qualche modo ne ricostruisce la biografia, accanto alla storia del Novecento. Eventi straordinari sono stati immortalati dalla macchina di Phillips, ma anche personaggi fuori dal comune, come quell'Antoine de Saint-Exupery – scrittore e avventuriero - di cui il fotografo raccontò l'ultima folle missione nei cieli, con un reportage da Alghero, nel 1944.
Phillips si spense nel 1996, dopo una vita vissuta come spirito libero, outsider, testimone oculare e fiducioso di tutto il mondo (dall'Europa all'America del Nord e del Sud, dall'Africa all'Asia) e delle sue tragedie e bellezze, appassionato soprattutto delle storie degli uomini, celebri e sconosciuti. Morì quando ormai la fotografia, con sua grande soddisfazione, era stata elevata al rango di arte, accanto alla pittura, la musica e la letteratura.
«Guerra e Pace. John Phillips testimone del Novecento», Mnaf (Museo nazionale Alinari della fotografia), Firenze, dall'11 settembre al 26 ottobre.
A cura di Charles-Henri Favrod. Catalogo Alinari.
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 19; chiuso il mercoledì.
Ingresso: intero 9 euro; ridotto 7,50 euro; convenzioni 6 euro; scuole 4 euro
di Giovanna Mancini da
ilsole24ore
Per informazioni
foto alinari
Date uno sguardo al sito delle foto Alinari: è stupendo!
domenica 14 settembre 2008
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