giovedì 20 marzo 2008

I 70 ANNI CHE TENCO NON HA VISSUTO

ROMA - Chissà come sarebbe oggi, a 70 anni, Luigi Tenco. Li avrebbe compiuti tra due giorni, il 21 marzo. Ma uno sparo alla testa in una squallida camera d'albergo di Sanremo nel 1967 ha interrotto la sofferta esistenza di uno dei maggiori cantautori della musica italiana. Restano le sue canzoni senza tempo e quell'immagine di poeta maledetto che ci hanno accompagnato in questi anni.
Il suo messaggio è stato raccolto dal Club a lui titolato, cui hanno partecipato i più grandi cantautori degli ultimi decenni: da Paolo Conte a Guccini, da Paoli a Lauzi, da De André a Endrigo, Gaber, Fossati e De Gregori. Una rassegna della canzone d'autore nata proprio a Sanremo, a soli cinque anni da una morte sulla cui dinamica si sono accavallati dubbi per 38 lunghi anni. Dubbi definitivamente sciolti solo dopo la riesumazione della salma, nel dicembre 2005, suffragando così la tesi del suicidio.
"Signori benpensanti spero non vi dispiaccia se in cielo, in mezzo ai Santi, Dio, fra le sue braccia, soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte, che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte", scrisse Fabrizio de André in Preghiera in gennaio, dedicata nel 1967 all'amico scomparso. Nato a Cassine, in Piemonte, ma trapiantato in Liguria, Tenco non ha mai conosciuto suo padre, morto in circostanze mai chiarite prima della sua nascita. La sua prima band si chiama Jerry Roll Boys Jazz band, dove Bruno Lauzi suona il banjo. Ma é con il gruppo de I Cavalieri che Tenco, con lo pseudonimo di Gigi Mai, esordisce nel mondo discografico.
E' il 1959 e tra i membri c'é anche un giovanissimo Enzo Jannacci. Devono passare due anni prima che adotti il suo vero nome: lo fa per l'uscita del primo singolo come solista, I miei giorni perduti. La vita artistica di questo contestatore ante-litteram non è facile: a partire da Cara maestra ("un giorno m'insegnavi che a questo mondo noi siamo tutti uguali/Ma quando entrava in classe il direttore tu ci facevi alzare tutti in piedi/e quando entrava in classe il bidello ci permettevi di restar seduti"), che non viene ammessa all'ascolto dalla Commissione per la censura e gli causa un allontanamento di due anni dalle trasmissioni Rai. Anche Io sì e Una brava ragazza vengono bloccate dalla censura.
Tenco, autore tra l'altro di Vita Famigliare, brano ironico contro gli anti-divorzisti, ha maggior fortuna con l'innocua Un giorno dopo l'altro, che viene addirittura adottata, nel '66, come colonna sonora di uno sceneggiato televisivo di grande successo, Il commissario Maigret. Poeta sospeso tra evasione e impegno, ma anche grande seduttore, Tenco era molto sensibile alla bellezza femminile, cosa che gli procuro' non pochi problemi. Come la rottura dell'amicizia con Paoli, a causa della sua relazione con la ex del collega, Stefania Sandrelli. Un'altra rivalità, per via di Gabriella, Luigi l'ebbe con un altro amico, il cantautore Piero Ciampi. Tuttavia, nonostante piacesse molto alle donne, aveva un rapporto conflittuale con l'altra metà del cielo: "Una volta - ha ricordato Nanni Ricordi - mi parlò di una bellissima notte trascorsa con una donna. Mi disse che lei gli aveva sussurrato 'mi piace tanto fare l'amore con té. Lui si era risentito: 'devi dire mi piace fare l'amore. Non aggiungere 'con te'. Così personalizzi la cosa".
La questione dei suoi rapporti con Dalida, con cui si era esibito a Sanremo in 'Ciao amore, ciao' e che trovò il corpo senza vita del cantautore, è stata a lungo dibattuta: per alcuni si sarebbero dovuti sposare subito dopo il Festival, per altri lei innamorata del bel tenebroso cantautore italiano, mentre lui non vedeva l'ora di riunirsi alla misteriosa Valeria. A dimostrarlo sarebbero varie lettere pubblicate nel 1992. In una di queste, datata 16 gennaio 1967, alla vigilia del Festival, le scrisse: "Appena avrai discusso la tesi ...andremo in Africa, in Kenia ...avremo i giorni e le notti tutte per noi... Potremo - conclude Tenco undici giorni prima di morire - riscoprire il senso della vita".di elisabetta.malvagna@ansa.it da ansa.it
Grande periodo per la canzone italiane fu quello in cui visse, operò e tragicamente morì Luigi Tenco , che credo fosse con De Andrè, il migliore della sua generazione, più intimo e lacerante direi, ancora meno commerciale di Fabrizio,perchè le sue canzoni non erano orecchiabili, di quelle che si canticchiano mentre si fa qualcosa.Era un bel tenebroso che componeva canzoni in grado di graffiare l'anima, originali, mai banali, capaci di cullare la tristezza del tran tran quotidiano, quello che ammazza dentro, come pochi.La sua morte tragica, come sempre accade ne ha fatto un immortale nella storia della nostra musica leggera, in cui occupano un posto importante canzoni che precorrevano i tempi e che, come tali, non potevano essere di facile impatto su un pubblico cui piacevano le musice orecchiabili, le canzoni all'italiana, tutte confezionate allo stesso modo, da cantare con voce potente come quella di Claudio Villa o con la dolcezza alla vaselina di un Tajoli o di una Nilla Pizzi.Tenco cantava il male di vivere, la paura di fallire nella vita, la ricerca di un amore che scaldasse in cuore, sincero, vero.Ricordo la sigla dello sceneggiato Maigret con Gino Cervi e cioè Un giorno dopo l'altro....struggente
Un giorno dopo l'altro
il tempo se ne va
le strade sempre uguali,
le stesse case.
Un giorno dopo l'altro
e tutto e' come prima
un passo dopo l'altro,
la stessa vita.
E gli occhi intorno cercano
quell'avvenire che avevano sognato
ma i sogni sono ancora sogni
e l'avvenire e' ormai quasi passato.
Un giorno dopo l'altro
la vita se ne va
domani sarà un giorno uguale a ieri.
La nave ha già lasciato il porto
e dalla riva sembra un punto lontano
qualcuno anche questa sera
torna deluso a casa piano piano.
Un giorno dopo l'altro
la vita se ne va
e la speranza ormai e' un'abitudine.

E che dire di Lontano Lontano?Per me è un grande capolavoro che, oltetutto la sua voce irregolare, sghemba, rauca e dolente, rendeva ancora più coinvolgente..
E lontano, lontano nel tempo
qualche cosa negli occhi di un altro
ti farà ripensare ai miei occhi,
i miei occhi che t'amavano tanto.
E lontano, lontano nel mondo
in un sorriso sulle labbra di un altro
troverai questa mia timidezza
per cui tu mi prendevi un po' in giro
E lontano lontano nel tempo
l'espressione di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto,
l'aria triste che tu amavi tanto.
E lontano, lontano nel mondo
una sera sarai con un altro
e ad un tratto chissà come e perchè
ti troverai a parlargli di me
di un amore ormai troppo lontano ....

E' una grande canzone che fa male al cuore, ma lo fa palpitare e gemere ugualmente, anche se non ha una rima che si bacia con amore:Luigi Tenco , la sua arte, la sua musica è illustrata proprio in questa bellissima commovente canzone e da tante altre
Eccole...cantata da lui...da brividi



3 commenti:

Hesperia ha detto...

Gran belle canzoni, sempre classici ed evergreen. Però lui a dirti la verità sul piano umano mi era antipatico. Buona Pasqua anche a te.

Egeria ha detto...

Beh, probabilmente non era un mostro di simpatia forse perchè sapeva cosa valeva e vedeva altri che non lo valevano avere un successo ommerciale facile.
Ancora Buona Pasqua:)

Anonimo ha detto...

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